Il Sindaco Manna sta girando tutte le scuole di ogni ordine e grado per chiedere ai nostri concittadini della fascia d’età compresa tra i 6 e i 19 anni suggerimenti per progettare la città del futuro. L’iniziativa è pregevole ed utile, poiché un sindaco che è assolutamente privo di visione e di programmi anche dai bimbi delle scuole primarie ha da apprendere. I ragazzi del liceo, abbiamo letto sulla stampa, hanno invece fatto delle proposte, riprendendo idee, a suo tempo lanciate dai riformisti, e richiamando opere da questi realizzate e che da ben 8 anni necessitano di interventi manutentori. I ragazzi, inoltre, hanno denunciato lo stato di degrado in cui versa la città e hanno chiesto trasparenza nella gestione degli appalti. Ed, infatti, di trasparenza c’è sempre bisogno. Con i giovani è oltremodo sbagliato fare i demagoghi, assecondandoli e non dicendo loro la verità. Agli scolari Manna non ha detto che sta smontando pezzo dopo pezzo le postazioni pubbliche, che sta svendendo i gioielli di famiglia facenti parte del patrimonio comunale lasciato in eredità dai riformisti e che sta privatizzando sevizi importanti: dal complesso del tennis, al palazzetto dello sport, al Parco Acquatico, con concessioni pluriennali che rendono flebile il semplice ricordo della proprietà collettiva, al punto da autorizzare i gestori del tennis a chiamare, con un’operazione di dubbio gusto, il complesso stesso con il loro cognome, nel silenzio assordante di Sindaco e Giunta. Per fortuna sembra fugato il pericolo di dover tumulare i defunti in un’area periferica tra i castagni, in prossimità di San Fili. Ma non era mancato certamente per Manna, che aveva l’intenzione di costruire cola’ il nuovo cimitero, privatizzando il servizio. A leggere i giornali abbiamo appreso che è stato illustrato agli studenti un corposo programma, con una evidente surrogazione della politica che a Rende, da più tempo, ha rinunciato al suo primato. Si è detto, infatti, che si costruirà un teatro in area dove termina il viale Parco-Principe, sul presupposto errato che nel centro definito della città manca un auditorium. I proponenti, evidentemente, fanno finta di ignorare che a due passi dal luogo indicato esiste ed è funzionante l’Auditorium “Giovanni Paolo II”, non volendo prendere in considerazione il palazzetto dello sport, che può essere utilizzato per determinati importanti occasioni, la Sala per Eventi del Parco Acquatico, da 400 posti, e i due teatri dell’Unical; opere realizzate in epoca successiva al 2003/2004 quando i riformisti diedero l’incarico di progettare un teatro, i cui elaborati giacciono in qualche polveroso armadio del Comune, sempre utili ove si volesse, per mancanza di idee, realizzare strutture la cui funzione è ampiamente assicurata dagli attrattori culturali già realizzati e più sopra indicati.
Passando dalle cose alle persone, è proprio vero che per l’essere umano si può ben dire che al peggio non c’è mai fine; ciò impone ricorrentemente di aggiornare il ”Dictionnaire des Girouettes”, inserendo, anche, qualche rendese, anagraficamente parlando, in cerca d’autore. Ciò che lascia perplessi è consentire, in un luogo deputato alla formazione dei giovani, l’illustrazione, “inaudita altera parte”, di presunti programmi farciti di dati non veritieri, che sarebbe semplicissimo riportare alla realtà fattuale, sol che gli organizzatori ne avessero voglia e possedessero un minimo di sensibilità democratica, approfittando della nostra disponibilità istituzionale. Questo stato di cose vede Manna piacevolmente “Andare in Brodo di Giuggiole”, dal momento che in questi anni ha sempre evitato il confronto, anche in consiglio comunale, dove le relazioni sono fatte dai tecnici con sindaco ed assessori spesso insensibilmente muti.
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