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Rifiuti, il buco nero del potere


di GIANFRANCO DE FRANCO

Quello che era nebuloso si sta piano piano schiarendo.

L'Ato del presidente Manna esce senza pudore allo scoperto e affida a Calabra Maceri il grande business dell'espatrio dei rifiuti in Svezia.

Qui assistiamo impunemente all'utilizzo (almeno) improprio del denaro pubblico.

In pratica l'ATO ha i soldi per la gestione dei rifiuti in loco. Si tratta di soldi che debbono essere spesi in Calabria e che creerebbero ricchezza.

E invece Manna cosa fa? Ne regala una parte a Calabra Maceri e l'altra addirittura alla Svezia. C'è un utilizzo improprio dei soldi che sono spesi per l'ordinaria amministrazione invece che per investimenti.

Procura e carabinieri si diano una mossa

Se i magistrati inquirenti esistono e i carabinieri pure, spero che battano un colpo. Che la smettano di sonnecchiare lasciando passare sotto il loro naso un autentico malcostume a danno dello Stato e dei cittadini.

Questa è una manovra che parte da lontano. Il tentativo è quello di portare l'ecodistretto a Rende per farlo, poi, gestire a Calabra Maceri. Tale manovra, per nulla trasparente, è condotta dal sindaco di Rende che è anche presidente dell'ATO Cosenza. E' evidente che l'ATO non ha deciso la sede dell'ecodistretto mettendo in atto manovre dilatorie (richiesta di commissariamento) e non accettando, poi, la decisione della Regione Calabria su Villapiana. Si è sfruttata la buona fede popolare dei cittadini di Villapiana per impedire la decisione regionale.

A luglio dello scorso anno, Calabra Maceri tentò di mettere in crisi Rende interrompendo i servizi di raccolta per esacerbare gli animi dei cittadini e poi ergersi a salvatore della patria. Non gli riuscì del tutto perché un pubblico servizio non si può interrompere se non per causa di forza maggiore. E quella era una operazione malamente pilotata.

Oggi è il turno di Corigliano-Rossano. Anche questa è una crisi pilotata per esacerbare gli animi e mettere al centro non il benessere dei cittadini, ma il business di Calabra Maceri.

Questo è quello che si chiama il "buco nero del potere" che usa la disinformazione come strumento di comando ingannevole.

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