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Rigenerazione urbana, 5 milioni di euro senza bussola. Noi avremmo puntato sulla scuola

 Per la cosiddetta “Rigenerazione Urbana” sono stati finanziati al comune di Rende otto progetti, per un importo complessivo di € 4.975.000. Anche questa vicenda dimostra la mancanza di visione e di programmazione dell’amministrazione Manna. Intanto, è utile sottolineare che si continuano ad utilizzare risorse straordinarie per eseguire interventi di carattere ordinario. Analizzando gli otto progetti, inoltre, si rileva l’eccesso di spesa, in relazione all’oggetto dell’intervento, la indeterminatezza dei lavori da eseguire ed anche, in almeno un caso, la natura privata e non pubblica del beneficiario. Per la ristrutturazione di Palazzo Bucarelli è prevista una spesa di € 1.000.000; è opportuno precisare che detto immobile è esteso 350 mq circa, per cui si avrebbe una spesa di circa 3.000 euro per mq. Inoltre, per come sopra detto, il palazzo oggi è assegnato ad un privato, per cui l’iniziativa suscita giustificate perplessità. 

Ben € 740.000 si spenderebbero per realizzare poco più di un Km di piste ciclabili, magari eseguendo semplici operazioni di segnaletica stradale; peraltro, si ricorda che le piste ciclabili dalla San Carlo Borromeo sino al Robinson già esistono e sono state realizzate dai riformisti. Per lavori che potrebbero eseguirsi in economia sulle piazze Matteotti e De Vincenti si spenderebbero € 500.000; forse una spesa così rilevante servirà, per come dichiarato anche dallo stesso Manna, per acquistare attrezzature sportive per attività fisica da farsi all’aperto, una cosa mai vista, utile per determinare la chiusura di qualche palestra. Ben € 800.000 si spenderebbero per sistemare aree pubbliche ubicate tra Quattromiglia, Commenda e Roges, ma non si riesce a capire di quali interventi si tratta. Stesso discorso può farsi per i lavori che, è stato detto, saranno eseguiti su non indicati immobili comunali, per la rilevante cifra di € 1.200.000. Insomma, un gran pasticcio che denota improvvisazione ed assoluta mancanza di indirizzi politici. Del resto, lo stesso sindaco ha dichiarato che quotidianamente si presentano nel suo ufficio molti tecnici, per proporre interventi da finanziarie con i fondi del PNRR. A dimostrazione che a Rende è venuto meno il primato della politica e cosa fare è legato ad occasionali suggerimenti e proposte non certo istituzionali.

Noi avremmo fatto altro. Innanzitutto, avremmo realizzato negli istituti scolastici sistemi innovativi di areazione ed ampliato gli stessi, costruendo nuove aule, laboratori e palestre, in modo da assicurare continuo ricambio d’aria pulita, distanziamento e spazi adeguati per le attività curriculari. Per la scuola si tratterebbe di un intervento strutturale che avrebbe effetti positivi oltre l’emergenza. Ove, eseguito un siffatto intervento, residuassero risorse, queste si potrebbero utilizzare per dotare le scuole di presidi di assistenza sociale, sanitaria e psicologica e per migliorare ed ammodernare il servizio di trasporto degli alunni, ben sapendo che questo è spesso causa di contagio. La scuola deve rappresentare un’assoluta priorità per ogni amministratore lucido e che guarda lontano. I nostri ragazzi hanno perduto due anni per la loro formazione e, soprattutto, per i giovani del sud ciò finirà per accentuare le disuguaglianze sociali e la disparità dei punti di partenza. La rigenerazione urbana deve partire dai giovani, che vanno seguiti affinché siano sani fisicamente e psicologicamente ed attrezzati culturalmente. Dunque scuola, scuola, più scuola.

Il nostro costume ci impone di onorare il compito assegnatoci dai cittadini, che consiste nell’esercizio del ruolo di controllo e di proposta, che poniamo in essere nonostante la sordità di sindaco e giunta (a voler tacere della supponenza irrispettosa di qualche consigliere di maggioranza), senza farci condizionare dalle lusinghe del potere, che lasciamo alle altrui debolezze politiche, professionali ed umane.


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