Quando si cade nelle maglie della giustizia non sai mai cosa ti aspetta. Queste maglie sono come i tentacoli di una piovra che ti stringono fino a soffocarti, anche quando, a volte, sei incolpevole, oppure non ti porti appresso alcun vulnus legale degno di una possibile colpa. Il calvario di Sandro Principe derivato da un processo esagerato è un calvario che non si merita, è fuori luogo, improprio, ingiusto. E questo, indipendentemente dagli sviluppi processuali. Sandro non merita tutto questo per quello che ha fatto per Rende e per la sua stessa storia personale. Storia di cui ne porta addosso i traumi di un vile attentato e di cui ne è stato miracolato dalla divina provvidenza.
Per la magistratura tutto ciò non conta, come non contano i rischi quotidiani: fisici e legali, a cui va incontro chi governa la cosa pubblica, come ha fatto Sandro per tanti anni. Comunque, la magistratura faccia il suo corso e non è detto che la richiesta di condanna fatta dal Pm Bruni trovi conferma in sede di giudizio finale.
Noi Rendesi, riteniamo di conoscere meglio dei magistrati inquirenti Sandro Principe. Ne conosciamo la sua umanità, la sua passione politica, il suo spirito di abnegazione nel risolvere i bisogni dei cittadini, perché tutto ciò li ha, ampiamente, resi espliciti durante la sua lunga esperienza come sindaco. Sicché, non esitiamo un solo attimo nel non condividere la richiesta di condanna. Per cui, esprimiamo vicinanza , solidarietà e sostegno a Sandro perché convinti che la verità, prima o poi verrà a galla, e questo primo atto giudiziario sarà solo un ennesimo atto di malagiustizia.
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